Cambiamenti Climatici i dati del CNR

Scritto da Mirko Paglia

ECO- Ingegnere

31/05/2023

Introduzione:
Il cambiamento climatico è un fenomeno che ha interessato il nostro pianeta per milioni di anni. Gli scienziati hanno studiato a fondo il clima passato attraverso prove geologiche e analisi di dati storici, dimostrando che le variazioni climatiche sono una caratteristica naturale della Terra. Tuttavia, negli ultimi decenni, un crescente consenso scientifico ha identificato l’attività umana come la principale causa del cambiamento climatico attuale. Questo articolo esplorerà se l’uomo ha un ruolo nel cambiamento climatico e l’importanza di affrontare questa sfida globale.

Non si può progettare l’architettura del futuro senza rispettare il passato, l’ambiente e la cultura del luogo” – Renzo Piano.

Il contesto storico nel mondo:

Il clima della Terra è soggetto a continui cambiamenti nel corso dei millenni. Ci sono stati periodi di raffreddamento e riscaldamento, spesso correlati a cause naturali come variazioni nell’orbita terrestre o eruzioni vulcaniche massicce. Queste fluttuazioni climatiche, che si sono verificate nel corso di milioni di anni, sono il risultato di una combinazione di fattori, tra cui le variazioni nell’orbita terrestre, le eruzioni vulcaniche e le attività solari. Questi cicli naturali hanno portato a periodi di raffreddamento e riscaldamento globale.

Durante la storia del pianeta, abbiamo attraversato diverse ere glaciali e interglaciali. Durante le ere glaciali, vaste aree del pianeta erano coperte da ghiaccio, mentre durante gli interglaciali, come l’attuale periodo chiamato Olocene, il clima si è riscaldato e le calotte glaciali si sono ritirate. Questi cambiamenti climatici hanno avuto un impatto significativo sull’evoluzione umana. Durante le ere glaciali, gli antichi esseri umani si sono adattati a climi estremamente freddi, sviluppando nuove tecnologie e abilità di sopravvivenza. Gli interglaciali hanno fornito condizioni più favorevoli per l’espansione umana e lo sviluppo delle prime civiltà.

Gli scienziati hanno studiato il clima passato utilizzando diverse fonti di informazione. Le carote di ghiaccio prelevate dai ghiacciai, i depositi di sedimenti marini, gli anelli degli alberi e i resti fossili forniscono preziosi dati sulle condizioni climatiche e sull’evoluzione nel corso dei millenni. Questi studi paleoclimatici, condotti da istituzioni accademiche e università di tutto il mondo, hanno contribuito a costruire una visione più completa della storia climatica del nostro pianeta.

L’Italia ha una storia climatica affascinante che si estende su millenni. Durante il corso della storia, la penisola italiana ha sperimentato una vasta gamma di condizioni climatiche, influenzate da fattori globali e locali.

Durante il periodo dell’ultima era glaciale, noto come Würmiano, l’Italia settentrionale era completamente coperta da un’enorme calotta di ghiaccio, che si estendeva fino alle attuali regioni di Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Allo stesso tempo, le regioni meridionali e insulari dell’Italia erano caratterizzate da un clima mediterraneo più temperato.

Con l’arrivo dell’attuale periodo interglaciale, l’Olocene, l’Italia ha sperimentato cambiamenti climatici significativi. Durante il periodo climaticamente stabile dell’Antico Olocene (circa 10.000-7.000 anni fa), il clima era più caldo e umido rispetto all’era glaciale precedente. Ciò ha favorito la crescita di foreste e la formazione di laghi e paludi.

Successivamente, durante il Medio Olocene (circa 7.000-5.000 anni fa), il clima dell’Italia è diventato più secco e caldo. Questo ha portato a un progressivo aridamento e alla diffusione di specie vegetali più resistenti alla siccità, come la macchia mediterranea. Le evidenze suggeriscono che le popolazioni umane dell’epoca abbiano sviluppato pratiche di agricoltura e gestione del territorio per adattarsi alle nuove condizioni climatiche.

Durante il Tardo Olocene (circa 5.000-2.000 anni fa), l’Italia ha sperimentato una serie di oscillazioni climatiche, con periodi più caldi e secchi alternati a periodi più freddi e umidi. Queste variazioni hanno influenzato la vegetazione, la fauna e le attività umane, come l’agricoltura e la pesca.

Negli ultimi secoli, l’Italia ha registrato l’impatto dei cambiamenti climatici globali. L’aumento delle temperature medie, le variazioni dei pattern di precipitazioni e gli eventi meteorologici estremi sono diventati sempre più evidenti. Ciò ha avuto conseguenze significative sull’agricoltura, sui corsi d’acqua, sugli ecosistemi naturali e sulle comunità locali.

L’analisi della storia climatica dell’Italia si basa su varie fonti di informazione, tra cui carote di ghiaccio, depositi di sedimenti lacustri, analisi di anelli degli alberi, documenti storici e dati meteorologici. Università e istituti di ricerca italiani, come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’Università degli Studi di Milano, hanno contribuito in modo significativo agli studi sulla storia climatica dell’Italia.

Comprendere la storia climatica dell’Italia è fondamentale per valutare gli impatti attuali dei cambiamenti climatici e adottare misure efficaci per mitigarli. Solo attraverso una conoscenza approfondita del passato possiamo sviluppare strategie di adattamento e mitigazione che preservino il patrimonio naturale e culturale del paese e proteggano le generazioni future.

L’esistenza di un effetto serra

L’effetto serra è un fenomeno naturale che si verifica nella nostra atmosfera ed è fondamentale per mantenere la vita sulla Terra. Tuttavia, negli ultimi decenni, l’attività umana ha contribuito ad intensificare questo effetto, portando a un cambiamento climatico globale senza precedenti.

Per comprendere l’effetto serra, dobbiamo prima capire come funziona. Quando la luce solare raggiunge la superficie terrestre, parte di essa viene riflessa nello spazio, ma gran parte viene assorbita dalla superficie stessa. Questo processo di assorbimento genera calore che viene poi liberato nell’atmosfera sotto forma di radiazione termica.

Qui entra in gioco l’effetto serra. I gas presenti nell’atmosfera, come il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4) e il vapore acqueo, agiscono come una sorta di coperta che trattiene il calore. Questi gas, noti come gas serra, assorbono la radiazione termica emessa dalla Terra e la ritrasmettono verso la superficie, contribuendo a mantenere una temperatura media globale adatta alla vita.

Le misure condotte (vedi sito NASA) hanno notato che in atmosfera c’è l’aumento dei gas serra in maniera costante che ha portato a un’intensificazione dell’effetto serra stesso. Più gas serra nell’atmosfera significano che una maggiore quantità di calore viene trattenuta, causando un riscaldamento globale. Questo riscaldamento globale ha molteplici effetti, tra cui l’aumento delle temperature medie della Terra, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani e l’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi.

Gli eventi estremi ci sono sempre stati ma

Negli ultimi decenni l’Italia ha sperimentato un aumento degli eventi climatici estremi, come ondate di calore, siccità, piogge intense e alluvioni.  Ma è una realtà o è una percezione? Secondo uno studio condotto dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e citato nel link fornito, la frequenza e l’intensità di questi eventi sono in aumento, confermando che non si tratta solo di una percezione, ma di una realtà concreta. 

La ricerca del CNR ha analizzato i dati storici e i record climatici, rilevando un incremento degli eventi estremi come ondate di calore, piogge intense e alluvioni. Questi risultati indicano che l’aumento degli eventi climatici estremi è una realtà tangibile in Italia. I dati raccolti (e tante altre ricerche scientifiche condotte in questi ultimi 30 anni)  dimostrano che la variabilità naturale del clima non è sufficiente a spiegare completamente l’aumento di questi eventi.

La causa del cambiamento climatico

Qual è la causa del cambiamento climatico? È una domanda che spesso viene posta in relazione agli eventi climatici estremi che si stanno verificando in tutto il mondo, compresa l’Italia. Chiaramente con questo articolo non ho la pretesa di dare la risposta e di convincere il lettore, mi limito però a mettere in campo un metodo deduttivo che potrebbe essere utile anche a chi non ha dimistichezza con le materie scientifiche. La scienza ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso un metodo deduttivo di indagine scientifica, analizzando attentamente i dati disponibili.

Gli scienziati, soprattutto i climatologi, hanno esaminato diversi fattori che potrebbero influenzare il clima, inclusi quelli a causa naturale e quelli legati alle attività umane. Variazioni nell’orbita terrestre, eruzioni vulcaniche massicce e attività solare sono solo alcuni dei fattori naturali che possono causare fluttuazioni climatiche nel corso dei millenni.

Fatta tutta questa lista dei colpevoli del cambiamento climatico e di tutti i conseguenti eventi estremi, si passa alla sensibilità del dato.

La sensibilità del dato è un concetto importante nell’ambito dell’analisi dei dati e si riferisce alla misura in cui i risultati di un’analisi sono influenzati dalle variazioni dei dati di input. In altre parole, la sensibilità del dato indica quanto un cambiamento nei dati di input può influenzare i risultati di un’analisi o di un modello.

Tale sensibilità è possibile valutarla (non misurarla correttamente, ma dare quindi un’idea).

L’aumento delle emissioni di gas serra, come il biossido di carbonio (CO2) derivante dalla combustione di combustibili fossili, è stato identificato come il principale responsabile del riscaldamento globale osservato. Queste emissioni hanno creato un effetto serra più intenso, che trattiene il calore nell’atmosfera e provoca l’aumento della temperatura media del pianeta.

I dati scientifici indicano una correlazione diretta tra l’aumento delle emissioni di gas serra e i cambiamenti climatici che si osservano in tutto il mondo, inclusa l’Italia. Gli eventi climatici estremi, come ondate di calore, piogge intense e alluvioni, stanno diventando sempre più frequenti e intensi, causando danni significativi alle comunità e all’ambiente.

Scartate tutte le altre probabili cause con sensibilità bassa, una risposta emerge in modo inequivocabile: l’attività umana è la principale causa del cambiamento climatico attuale. Attraverso l’analisi di dati scientifici accurati, tra cui studi sulle emissioni di gas serra e le temperature globali, gli scienziati sono giunti a una conclusione unanime.

È fondamentale comprendere questa realtà per adottare misure appropriate per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, proteggere l’ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile per le generazioni future.

 

 

Foto di <a href="https://unsplash.com/@rgaleriacom?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Ricardo Gomez Angel</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/AZZKpCpG338?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a><br />
Foto di <a href="https://unsplash.com/@etaamba?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">EtaAm Ba</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/aE9dpIFYE5g?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a><br />
Foto di <a href="https://unsplash.com/@jennytheolin?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Jenny Theolin</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/oZYv81U1BFQ?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a><br />

Il cambiamento climatico

Quindi, alla luce di queste evidenze, possiamo affermare con sicurezza che l’attività umana è la causa principale del cambiamento climatico attuale. Nonostante la presenza di fluttuazioni naturali nel clima nel corso della storia, l’impatto delle attività umane è emerso come il fattore dominante nella modifica del clima globale.

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